Che cosa hanno a che fare le competenze non tecniche con la sicurezza sul lavoro?

Che cosa hanno a che fare le competenze non tecniche con la sicurezza sul lavoro?

Soft skills, competenze trasversali, competenze non tecniche, non technical skills: ma di che cosa si tratta? E perché sempre più se ne parla affrontando il tema della sicurezza sul lavoro? Se analizziamo le statistiche, appare evidente dagli anni ’30 con gli studi di Heinrich, che la grande maggioranza degli incidenti ed infortuni nei luoghi di lavoro si verifica a causa della messa in atto di comportamenti insicuri piuttosto che per carenze dei dispositivi di sicurezza e di protezione individuale. Se pensiamo poi che, nelle organizzazioni moderne, al lavoratore è richiesto sempre più un impegno di tipo cognitivo e decisionale, risulta palese che fare affidamento alle proprie esperienze e competenze tecniche non sia sufficiente. Si rende dunque necessario superare i limiti dell’approccio tecnico alla prevenzione dei rischi e promuovere la cosiddetta cultura della sicurezza o Safety culture, soffermandosi su processi troppo spesso trascurati come la percezione del rischio, l’attribuzione di significato, la presa decisionale – sul fattore umano. Siamo d’accordo, l’errore umano non può essere definitivamente eliminato, ma è quantomeno possibile definirlo, riconoscerlo e minimizzarlo favorendo la diffusione di competenze non tecniche. E questo non ha nulla a che vedere con la personalità dell’individui, ma con i suoi comportamenti. Personalità e comportamento, dunque, due concetti diversi. Semplificando, possiamo definire il comportamento come ciò che è compiuto (azioni), verbalizzato (linguaggio) o manifestato (emozione) da una persona, mentre la personalità, come quell’insieme di proprietà, caratteristiche interne di un individuo che determinano specifici schemi comportamentali. Anche se viene riconosciuto che la personalità ha un’influenza sul comportamento, lavorare sulle non technical skills significa lavorare sui comportamenti piuttosto che tentare di modificare la personalità di un individuo. Inoltre, la personalità non deve essere accettata come una scusa per giustificare il mantenimento di comportamenti insicuri sul posto di lavoro! In letteratura, sono state individuate 7 Non-Technical Skills di base, competenze cognitive, sociali e personali, complementari alle competenze tecniche, che contribuiscono all’attivazione di performance lavorative maggiormente efficaci e sicure. 7 dunque, le Non-Technical Skills individuate in letteratura: – Consapevolezza situazionale: la capacità di raccogliere le informazioni e di interpretarle correttamente e la capacità di anticipare i possibili scenari futuri; un prerequisito indispensabile per la sicurezza in ambienti complessi e dinamici e, non a caso, è indicata come causa in numerosi incidenti, specie nell’aviazione – Decision-Making: la capacità di definire un problema che si presenta, di considerare le diverse soluzioni, di selezionarle ed implementarle e di verificarne l’efficacia – Comunicazione: forse la base di tutto, sicuramente, la base dell’interazione umana. È la capacità che comporta l’invio e lo scambio di informazioni chiare, la ricezione di tali informazioni, l’ascolto e l’identificazione di quelle che possono essere le “barriere” del processo comunicativo – Teamwork: si caratterizza per la capacità di supportare i collaboratori/colleghi, di risolvere i possibili conflitti, di scambiare informazioni e di coordinare le diverse attività. – Leadership: strettamente collegata alla precedente, fa riferimento ad un ottimale utilizzo dell’autorità, alla pianificazione e definizione delle priorità, alla gestione dei carichi di lavoro e delle risorse – Gestione dello stress: se non possiamo evitarlo, spossiamo gestirlo? Dunque, quali capacità sono importanti nell’identificare i sintomi dello stress e nel riconoscerne gli effetti e quali strategie mentali e comportamentali possiamo mettere in atto per fronteggiarlo (strategie di coping) – Capacità di fronteggiare la fatica: magari potessimo non affaticarci, ma non è così. Come per lo stress diventa essenziale individuarne segni ed effetti e capire quali strategie di coping funzionano e quali no Un approccio che potremmo definire innovativo alla prevenzione degli incidenti e degli infortuni sul lavoro dovrebbe, quindi, fare riferimento al potenziamento ed allo sviluppo nei lavoratori delle competenze non tecniche, competenze che vengono troppo spesso utilizzate e agite inconsapevolmente da ciascuno di noi. Si, perché fanno parte di noi, in alcuni sono più sviluppate, in altri meno e spesso, purtroppo, non ne abbiamo consapevolezza. L’obiettivo di ogni organizzazione che voglia puntare sulla cultura della sicurezza, dovrebbe essere – tra l’altro – quello di sviluppare programmi di formazione mirati per attività lavorativa in materia di Non technical skills. Non una formazione puramente teorica, ex cathedra, “subita” in qualche modo, che certo può dare degli spunti su cui riflettere, ma un’esperienza vissuta nel vero senso della parola, che dia la possibilità di “sperimentarsi nel fare esperienza”.

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