Il nuovo collaboratore è arrivato…finalmente!
Una risorsa competente è essenziale, sia come aiuto agli altri collaboratori, sia per sostenere il business sicrescente dell’organizzazione.
Confidando che sia stata la scelta “giusta” tra tutti i candidati che si sono proposti, non possiamo aspettarci che già da subito il nuovo collaboratore sia in grado di operare con la stessa efficacia ed efficienza dei colleghi più “esperti”, che si districano con facilità tra obiettivi, compiti, procedure… della nostra realtà aziendale così unica.
E allora, dobbiamo tenere presente che se non si fornisce un training adeguato al nuovo assunto, molto probabilmente le sue performances non saranno soddisfacenti e “non durerà” in azienda… il che porterà a livelli di turnover del personale molto alti, nuovo processo di recruiting e…nuovi costi.
Ma chi si occupa di questa formazione? E in che modo?
Ecco 10 suggerimenti che possono aiutare a rendere la formazione “smart”
1. Individuare il trainer con attenzione
Evita di affidare il compito di formare la nuova persona a chi è in azienda da poco: potrebbe non avere una visione completa di tutti gli aspetti dell’attività e dell’organizzazione. Il trainer dovrebbe inoltre aver sviluppato alcune importanti competenze trasversali, o non technical skills, come, ad esempio, la capacità di comunicare in modo chiaro, saper ascoltare e saper gestire il tempo della formazione ma anche il tempo da dedicare alla propria attività lavorativa (sarà difficile che possa dedicarsi unicamente al training del neoassunto)
2. Dotare il neo-assunto di una guida che includa una descrizione del suo lavoro
Crea un manuale scritto che contenga le istruzioni specifiche e tutte le informazioni alle quali fare riferimento. Sarà una risorsa valida per il nuovo assunto e accelererà la sua riuscita.
3. Curare la relazione
È responsabilità del trainer creare un luogo nel quale il nuovo collaboratore possa imparare senza problemi. Il modo più efficace è stabilire una buona interazione con lui. Le capacità relazionali sono quindi vitali per la creazione di un ambiente rilassato e amichevole. Bastano 5 minuti per parlare di famiglia, hobby… magari facendo emergere similarità che favorisce la relazione
4. Dare tempo al tempo
È importante che al nuovo collaboratore sia dato del tempo per imparare i compiti, specie quando il suo training viene fornito da più persone che devono lavorare oltre che occuparsi della formazione. Spesso l’ambiente organizzativo è un ambiente frenetico, ma è bene che il neo assunto solidifichi il suo apprendimento prima di imparare a lavorare “sotto pressione”
5. Fornire continui feedback
Se la negatività è un grosso ostacolo, i feedback positivi rafforzano e consolidano i comportamenti corretti e gli sforzi di ciascuno, soprattutto di chi si trova nella posizione di dover apprendere qualcosa di nuovo ed essere sottoposto a valutazione. Il trainer dovrà dunque essere capace di sottolineare positivamente le azioni corrette per aumentare la possibilità che queste si ripetano ed evitare la tentazione gestire in modo pedante le tempistiche di apprendimento.
6. Di fronte agli errori evitare le critiche
Sicuramente il nuovo arrivato commetterà qualche errore, almeno inizialmente. Chi non sbaglia non impara e chi non lavora non sbaglia. “Andarci pesante” con qualcuno che sta cercando di imparare quello che gli altri hanno avuto mesi e anni per apprendere, blocca l’apprendimento.
7. Non dimenticare l’ascolto
Il coinvolgimento inteso come riconoscimento dell’altro attraverso l’ascolto e la considerazione, permette alle persone di sentirsi parte dell’organizzazione, facilitando la motivazione ad apprendere
8. Procedere per step di apprendimento
Non appena il nuovo assunto acquisisce la conoscenza e le capacità per eseguire qualcosa di complesso in modo soddisfacente, anche la sua sicurezza aumenterà. La sicurezza è un potente catalizzatore che porta ognuno di noi a voler imparare anche ciò che c’è al livello seguente, accelerando il processo
9. Verifica della performance, non esame
Quando il collaboratore ha iniziato a prendere un po’ di confidenza con le attività, il trainer potrebbe verificare il lavoro richiesto, con l’intento di offrire feedback positivi oppure rivedere insieme la procedura di lavoro.
10. Essere di supporto anche dopo
Concluso il periodo di training, essere disponibili per chiarimenti, domande o ripetizioni aiuta il nuovo collaboratore a sentirsi supportato e maggiormente propenso a “volare da solo”
E poi… è bene ricordarsi che per svolgere correttamente un’attività è fondamentale la pratica!